Una
sera in inverno, tornando dall’adriatico, arrivati a Bologna trovai una
nevicata eccezionale…..cadeva la neve a fiocchi grossi, pesanti e aveva
attaccato in terra già per oltre 20 cm.
Provai
a mettere le catene…e come al solito non mi riuscì….da allora in inverno gomme da
neve….ma quella sera non saper mettere le catene fu una fortuna.
Infatti
mentre giravo lentamente per Bologna per trovare un garage che me le mettesse,
Isoradio comunicò che il valico di Roccobilaccio e quindi l’autostrada per
Firenze era stata chiuso,….se avessi messo le catene e fossi partito subito
sarei rimasto bloccato sull’autostrada, al gelo, come tanti disgraziati, quella
notte.
Avendo
un po’ di esperienza in queste cose mi precipitai a cercare una camera in un albergo,
per passare la notte e… feci non bene…benissimo…infatti quella notte, riempite
tutte le stanze disponibili di hotel e affittacamere, i viaggiatori bloccati
dalla chiusura della autostrada ed imprevidenti dormirono in terra nella Hall
degli alberghi, su divani e tappeti, ammonticchiati uno sull’altro.
Sistemato
bene e per tempo andai a spasso per Bologna, sotto i comodi portici che accompagnano
le vie principali.
Ad
un incrocio, vicino Piazza Maggiore, mi trovai davanti al Ristorante Diana, che
sapevo essere stato tanti anni fa e per tanti decenni un classico della
ristorazione felsinea.
Ricordavo
che era da tempo passato di moda….svacchito dalle orde di turisti alemanni facenti
tappa obbligata a Bologna e al Diana, in trasferimento per le spiagge e le
balere della Romagna.
Incuriosito
dalla tradizione e considerando che era inverno pieno e che mangia crauti non
ve ne dovevano essere in giro, sono entrato per cenare.
Non
mi sono pentito: un locale di atmosfera, demodè ma con un grande fascino, menù
tipico locale…ma con particolari di grande interesse.
Fui
colpito subito dal collo di gallina ripieno con maionese fatta in casa, così
gialla che sembrava dipinta….ma di una bontà unica.
Per
il resto andai nell’ovvio…ma… anche nel buono… con tortellini in brodo, bolliti
con salse e per finire pere cotte rosso cardinalizio con macchie brune di
prugne.
Conto
onesto. Una occasione imprevista, ma positiva.
Nessun commento:
Posta un commento