lunedì 11 maggio 2015

Acquedotto del Nottolini..... da vigili a vigilantes

Visto che il nostro Sindaco VIGILA e anche accusa i suoi molti critici di disfattismo, come accadeva a chi dissentiva ai tempi di Mussolini, inizierò a segnalare singoli casi di incuria, cattiva amministrazione, disinteresse per la cosa pubblica, che ormai purtroppo sono la normalità nel nostro comune cascato nella sciagurate mani del PD catto-comunista. Inizierò da vicino casa, con l'Acquedotto del Nottolini, grande opera dei nostri avi in stato di colpevole abbandono. Il nostro Tambellini ci dirà al solito che non ci sono palanche, anche se la tassa di scopo sul Turismo prevede fra le sue finalità anche il restauro dei monumenti. Ma questa prima segnalazione riguarda solo il degrado dello scolo delle acqua piovane e la crescita disordinata di alberature private che mettono a rischio la stabilità del monumento, che non richiedono spese. I lucchesi dell'inizio dell'ottocento avevano previsto una ampia canaletta di scolo delle acque, confluenti nell'Ozzeri. Il primo intoppo è dato dall'autostrada, con un sottopasso delle acque abbandonato da anni, senza pulizia, ma ancor più dalla crescita di enormi pioppi di vicine proprietà private abbandonate, che hanno invaso completamente, con diversi grandi alberi, l'intera canaletta, bloccando completamente il deflusso delle acque che finiscono per creare improvvisati laghi intorno al monumento. In più, come si vede dalle foto allegate, le cime degli alberi sbattono sulla parte più alta dell'acquedotto minacciandone la stabilità e già alcuni archi come si può vedere a occhio nudo non sono più in asse, con il rischio possibile di crolli che potrebbero di colpire coloro che passeggiano.
Alla prevista logora risposta Tambelliniana che non ci sono sono soldi, rispondo ricordando, che sarebbe sufficiente che un geometra comunale dedicasse cinque minuti a ricercare sulle mappe i proprietari dei terreni abbandonati, da cui si sono sviluppate le piante che hanno invaso il canale di scolo e le cui cime minacciano la stabilità del monumento, inviando loro una lettera per ristabilire il corretto deflusso delle acque e per l'abbattimento degli alberi. Analoga lettera sarebbe sufficiente scrivere alla società Autostrade per il sottopasso. Ma forse il nostro Tambellini impegnato con Dio sui problemi mondiali, come non ha avuto tempo per occuparsi di pubblicizzare il Pianoforte di Puccini, che molti di noi provincialotti pensavamo indispensabile per valorizzare la nostra lucchesità, non avrà tempo per scrivere due lettere o mancherà di carta o mancherà di penna, cose invero banali di fronte ai problemi dell'universo tambelliniano.














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