sabato 12 dicembre 2015

E' morto Guelfo, un grande uomo...

Guelfo Marcucci ha sempre avuto nel cuore le sue terre d'origine e le popolazioni delle  sue valli.
Conoscevo da moltissimi anni e molto bene Guelfo, mio padre ha lavorato per lui all'inizio della sua avventura come imprenditore di successo e non guidando mio padre, l'auto, lo portavo io, giovanetto, al Ciocco che allora era solo la Casa Rossa, sei camere, una sala da pranzo con un grande camino o, più tardi, a Pisa alla Farma Biagini, da dove è partita la crescita del gruppo farmaceutico Marcucci, che ora è un colosso negli emoderivati e nel sangue. Guelfo era unico, parlava con tutti, aiutava tutti, sempre sorridente, sereno e disponibile. Quella umiltà vera che hanno i grandi uomini. Quando raccontavano che negli affari era uno sparviero, un cinico finanziere, nessuno ci credeva avendo davanti agli occhi, l'uomo mite, socievole, che era per tutti. Una volte lo portai in auto a visitare dei complessi turistici ai quali era interessato, ma era agitato perchè non avevo il telefono in auto; iniziava il tempo dei telefoni portatili, che per il loro volume venivano assemblati sulle auto. Ad ogni cabina telefonica scendeva a telefonare per lavoro, brontolando per la mia scarsa modernità, mettemmo ore ad arrivare al Forte, fermandoci a decine cabine per la via. Al ritorno ci fermammo ad un piccolo Bar, dove allora terminava l'autostrada, mi fece fermare, e guardando il muro del Bar, rivolto verso l'autostrada, mi disse, su quel muro dobbiamo fra scrivere qualcosa di Barga, lo vedrebbero tutti. Quando lo riportai al Ciocco, chiamo un dipendente e disse porti Colucci al magazzino e gli faccia montare un telefono sull'auto, se no la prossima volta è un piangere come questa. Questo è Guelfo, così lo voglio ricordare. Lui era un capo indiscusso, l'autorità era insita il lui, ma quando chiedeva una cosa, lo faceva sempre a voce bassa, chiedendo per favore, con il sorriso sulle labbra. Quando gli dicevo che avere 250 dipendenti al Ciocco era una follia economica, mi rispondeva è vero, ma come faccio, li ho assunti tutti io, uno a uno, conosco le loro famiglie. Perdiamo una persona che ha dato tutto per la sua terra, e non ne vedo altri con uguale vocazione, disinteressata. Arrivederci, Guelfo.
Alla vedova e ai figli le miei più sentite condoglianze.

francesco colucci


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