giovedì 29 settembre 2016

Il "Sociale" della Giunta Tambellini

Abito in via Ghiselli e vicino vi è da più di vent'anni un piccolo accampamento di zingari, un paio di famiglie credo, con un nugolo di bimbetti. Si arriva a loro con un via vicinale sterrata, che porta anche alla vicina corte del Barchino. Con loro ho un rapporto di vicinanza normale, ci salutiamo, a volte mi fermo a parlare con loro. L'altra settimana ho trovato il maschio adulto che conosco meglio con pala e picca che stava sistemando la strada del Barchino, spianando i dossi e riempiendo le buche, con l'aiuto della moglie. Mi sono fermato a domargli se lo avevano assunto come stradino e mi ha risposto che era costretto a cercare di aggiustare la strada perché lo scuolabus aveva cessato di venire a raccogliere i suoi figli perché riteneva la strada troppo sconnessa e aveva paura di danneggiare il bus. Mi ha chiesto se potevo parlare con qualcuno in Comune per avere un camion di brecciato che avrebbe pensato loro a sistemare la strada. Gli ho spiegato che essendo io all'opposizione di questa scassata Giunta comunale era meglio se ci parlava da se, vista la grande apertura verso il Sociale che questa Giunta dichiara. La risposta della moglie: noi zingari non ci ricevono neppure, figurati se ci mandano il brecciato. Fra loro si chiamano zingari tranquillamente alla faccia della falsa morale catto-comunista. Allora ho scritto all'assessore ai lavoro pubblici Marchini, spiegando che il lavoro per sistemare la strada di accesso al loro campo l'avrebbero fornito gli zingari, se il Comune avesse portato il brecciato. La risposta dell'Assessore è stata tempestiva e burocraticamente efficiente: ho passato la richiesta all'ufficio per vedere se ha disponibilità. Sono passati dieci giorni e brecciato non ne è arrivato. Lo Scuola Bus non lo vedo passare, quindi con un colpo solo la Giunta Tambellini con la sua grande apertura verso il sociale, per un camion di brecciato, ha messo in forse la scolarizzazione dei figli degli zingari del Barchino e ha umiliato la loro disponibilità a lavorare gratis per la comunità sistemando la strada vicinale del Barchino, che porta anche alle abitazioni della corte omonima.
Sono nettamente contrario ai mega campi zingari incontrollati come quelli delle Tagliate e della golena del Serchio, che difende Tambellini, ma quando vi sono piccole comunità che si sono integrate da anni con la popolazione locale, non dare loro una mano dimostra la falsità di questa Giunta Tambellini.

francesco colucci




venerdì 23 settembre 2016

L'Appello di Marcello Pera per Liberi-SI

Ho aderito con convinzione al Comitato Nazionale di Marcello Pera 
 Liberi-SI
partecipando anche al Comitato Lucchese che andremo a costituire Domenica 2 ottobre alle ore 11
nella Sala Tobino della Provincia di Lucca

L'Appello di Marcello Pera

"È un grave errore anteporre il giudizio sul Governo alla discussione sulla Riforma Costituzionale, perché si può essere di centrodestra e riconoscere che la riforma servirà allo stesso centrodestra quando tornasse a vincere.
La riforma ha innegabili vantaggi. Elimina quel bicameralismo perfetto che richiede che il Governo abbia la fiducia in entrambe le camere. La storia recente mostra che questo risultato è difficile da ottenere con qualunque legge elettorale, perché mentre i Deputati sono eletti “a suffragio universale” i Senatori sono eletti su “base regionale”, e perché quattro milioni e mezzo di cittadini votano per la Camera e non per il Senato. Come si ricorderà, nel 1994 Berlusconi ebbe la maggioranza alla Camera ma non al Senato, nel 1996 Prodi la ebbe al Senato ma non alla Camera, nel 2006 Prodi vinse con un margine di 25 mila voti alla Camera, ma perse al Senato, e nel 2013 Bersani vinse alla Camera ma non al Senato.
La Riforma Costituzionale corregge anche l’attuale estenuante procedura legislativa del “ping-pong”: legifera solo la Camera, e se il Senato si oppone, la Camera avrà l’ultima parola. I senatori saranno ridotti a 100. Diminuiscono i costi della politica. Si riducono le competenze delle regioni. Si aboliscono le provincie. Si abolisce il CNEL. Si limitano i Decreti Legge. Si introduce l’obbligo del Parlamento di votare le leggi di iniziativa popolare.
Gli elettori di centrodestra, in particolare di Forza Italia, sono sempre stati a favore della riforma della Costituzione, che fu il primo punto del programma di Berlusconi del 1994. Ci provarono con la Commissione bicamerale nel 1997 e con una legge costituzionale bocciata dalla sinistra in un referendum nel 2006. Credo che il centrodestra, come tutti i democratici, i moderati, i liberali, i riformisti, debbano riprendere la loro vecchia bandiera. Non possono stare dalla stessa parte di D’Alema, Grillo, la Cgil, Magistratura democratica, sinistra radicale, e tutti gli altri conservatori.
Se vincesse il No, due conseguenze sono prevedibili. Primo: la Costituzione italiana, che tutti chiedono di cambiare, diventerebbe intoccabile. Chi potrebbe mettere mano alle riforme dopo due referendum falliti? Secondo: se l’Italia si mostrasse irriformabile, nascerebbe una crisi grave. Chi ci darebbe in Europa più flessibilità e sui mercati più fiducia?
Assieme a molte personalità illustri, ho costituito il Comitato nazionale “LiberiSì” e intendiamo lanciare la stessa iniziativa a Lucca. Non c’entrano né i Partiti né il Governo, c’entra l’Italia."


 Per spiegarci e confrontarci, l’appuntamento è      

                      Domenica 2 ottobre ore 11 

           nella Sala Tobino della Provincia






  

martedì 20 settembre 2016

Referendum Costituzionale: Voterò SI e..... non solo

Ho letto e valutato le modifiche apportate dal Parlamento, alla Costituzione e sottoposte ora a Referendum.
Ho riflettuto a lungo sulla attuale grave situazione politica del Paese e dell'Europa e ho deciso di votare SI
Ho sempre messo la faccia nelle mie scelte per questo ho anche deciso di aderire e di sostenere il Comitato Nazionale LIBERI-SI che il lucchese Marcello Pera, già Presidente del Senato, assieme a molti esponenti della Cultura, del Lavoro e dell'Università, senza tessere di partito, ha presentato a Roma, la scorsa settimana.
Per chi interessa darò nei prossimi giorni, pubblicamente, sui miei Blog, FB e Twitter, le mie personali, politiche, motivazioni per tale scelta.
Vi invito fin da ora ad aprire il Sito: www.liberisi.it
ove troverete l'appello proposto da Pera e le modalità di adesione al Comitato Nazionale, nonché tutte le modifiche apportate alla Costituzione, articolo per articolo e sottoposte a Referendum, in maniera che ognuno possa farsi finalmente un giudizio sul merito della questione, con la propria testa.
Spero e credo che i Socialisti Riformisti e Laici di Lucca, i quattro gatti che condividono da tempo le mie scelte politiche, ma anche coloro che hanno apprezzato in questi anni le mie posizioni chiare sull' amministrazione di questa città e la battaglia contro l'inetta Giunta Tambellini ed il PD lucchese, mi aiutino in questa difficile opera di sensibilizzazione perché si valutino i veri temi oggetto del Referendum e non le posizione politiche strumentali.
Credo che sia ora necessaria l'ardua responsabilità costruttiva e non il facile massimalismo distruttivo, il tanto peggio tanto meglio.
E' indispensabile che ognuno si informi nel merito dei quesiti referendari, su cosa si voterà e poi decida con la propria testa.
Il conoscere prima di votare è l' essenza della democrazia.

francesco colucci
3480533233

colucci.lu@alice.it



domenica 11 settembre 2016

Lettera al Vescovo di Lucca.

Reverendo Monsignore Castellani, Vescovo di Lucca,
Le scrivo per manifestare la contrarietà di molti e mia che per la seconda volta gruppi organizzati di Musulmani, ospiti temporanei della nostra città, partecipino, in forma organizzata, alla millenaria processione del Volto Santo.
Rassicuro subito che questo rilievo non ha volgari sfondi razziali, sia perché sono ben esente da tali atroci pregiudizi che per il fatto che il nostro Sacro Volto Santo ha chiaramente colori in linea con i tratti somatici medio-orientali, come lo era nostro Signore Gesù Cristo.
Non vedo neppure scandaloso che Musulmani, Ebrei, Buddisti ed altri, che ne sentano il bisogno, partecipino alla Processione, fra i tanti fedeli Cristiani.
Umilmente Le rimprovero la forma "organizzata", poco volontaria, a schiere serrate, di Musulmani "indifferenti"  (eufemismo) al Volto Santo, che partecipano non avendo altro da fare, per una "botta di vita".
Quando vi fu anni fa lo sbarco di decine di migliaia di poveri Albanesi che fuggivano dalle miserie del comunismo, di fede cattolica o musulmana, mai fu fatto un atto del genere.
E' inaccettabile l'ostentazione, oserei direi la "violenza" che la Curia Lucchese, mostra con questo atto di esibizione forzata, per riaffermare sue teorie sull'accoglienza, senza se e senza ma, in contrasto con le leggi e i principi della nostra Europa e soprattutto il buon senso: chi a diritto all'ospitalità (guerre e carestie) sarà accolto con l'Asilo, chi no, dovrà essere rimpatriato.
Le dico questo da Laico convinto, Libera Chiesa in Libero Stato, che crede in Dio e nel Cristianesimo, ma assai meno in tutti gli orpelli ecclesiali che lo circondano nonché nei preti che "vogliono fare politica".
Gentile Vescovo, sa che la stimo per la sua attività pastorale e la sua vita ecclesiale: l'anno passato ha voluto dare un segnale vigoroso. Bene lo ha fatto: eviti quest'anno di ripeterlo. Oggi pensiamo ai nostri terremotati.
Lasci che il popolo lucchese viva in serenità le sue millenarie tradizioni religiose, senza infarcirle con controverse questioni di attualità politica, mischiando, come si dice, il Sacro con il profano.

suo

francesco colucci


giovedì 1 settembre 2016

Il mio ricordo di un altro devastante terremoto.....

Dopo la fase più acuta del dolore.... quella dei ricordi.
Nel tardo pomeriggio di domenica 23 novembre del 1980, un devastante terremoto nell'Irpinia e nella Basilicata, causò quasi 3.000 morti e la distruzione pressoché totale di centinaia di paesi.
Il Lunedì mattina Vigili del Fuoco, Comune e l'Usl di Lucca organizzarono una colonna di soccorso per le zone terremotate ed io, all'epoca amministratore dell'Ospedale di Lucca, assieme al collega Bullentini, ci mettemmo in marcia su una scassata 500 Fiat, portando un ospedale da campo e una quarantina fra medici chirurghi, infermiere, allieve della scuola infermieristica e due Suore, dei reparti ospedalieri.
I Vigili del Fuoco con le loro camionette, guidavano il convoglio che discese faticosamente la penisola, verso Sud. A mezzanotte arrivammo al Casello Autostradale di Avellino, dove ci fermammo alcune ore, in attesa dell'alba, perché i Carabinieri ci sconsigliavano di viaggiare di notte su strade e ponti disastrati. Fummo fra i primi soccorritori ad arrivare sul posto e tantissima era la confusione.
Una notte insonne perché le continue scosse di assestamento facevano "ballare" la cinquecento dell'Usl, non certo per i felici ricordi dei vent'anni.
All'alba iniziammo a risalire le valli dell'Iripina in uno spettacolo impressionante, le strade gravemente dissestate, i paesi distrutti, superstiti che vagavano atterriti a bordo strada.
Non ci fu possibile raggiungere il luogo che ci era stato assegnato, i Carabinieri ci sbarrarono la strada per un ponte pericolante e ci indirizzarono verso Calabritto, dove non era ancora arrivato nessuno.
Dopo decine di chilometri attraversando un paesaggio lunare ci attestammo al Campo Sportivo di Calabritto, che era in basso, dominato non più da un piccolo ridente paese, ma da un cumulo enorme di macerie: nulla era rimasto in piedi, se non qualche ala diroccata. Ci furono solo a Calabritto un centinaio di morti.
I nostri Vigili del Fuoco e gli Operai Comunali iniziarono a scalare le macerie del Paese, che non aveva più la strada centrale, su cui si erano, nei secoli, sviluppate le case: tutto era distrutto.
Noi dell'USL ci mettemmo a montate la tenda dell'Ospedale da campo, che in breve divenne il punto di ritrovo delle persone del posto, che erano sopravvissute al sisma. Era impressionante vedere la loro compostezza e dignità, nel fare la fila per la prima assistenza, come fantasmi ricoperti di polveri bianche impastate con rosso del sangue.
I nostri Medici e le Infermiere iniziarono la loro opera che sarebbe durata giorni e notti a venire, con dedizione e professionalità.
Vigili e Operai assieme ai Volontari, scavavano a mani nude, notte e giorno a turno. Il lavoro di Bullentini e mio era relativo, portavamo l'acqua e i panini ristoro a chi scavava, cercavamo il cibo per tutti, nei paesi vicini, dato che le nostre riserve erano costituite da poche scatolette di carne militare, di non so quale guerra.
Di giorno il tanfo della morte ammorbava l'aria, di notte il buio sulle macerie era spettrale, poche luci artificiali illuminavano gli scavi. Nelle tende da campo, a turno, dormivamo vestiti sulle brande, da dove spesso cascavamo in terra nel sonno per le violente scosse di terremoto, atterriti dai sordi rumori che scaturivano dalla terra martoriata.
Un ricordo su tanti: una donna, che le squadre di soccorso non riuscivano ad estrarre dalle macerie, in bilico sul burrone sottostante, perché aveva una gamba incastrata nel profondo, tanto che qualcuno chiese ai nostri medici di prepararsi ad amputarla sul posto, generando apprensione e sgomento in tutti noi.
Grazie a Dio arrivò una nuova squadra e una troupe televisiva locale e le due cose aiutarono a continuare a scavare, sia pure con grave rischio, ma per una soluzione meno traumatica: dopo molte ore, fu possibile liberale la povera donna e anche le nostre...coscienze....
Dopo arrivò l'esercito, con la sua cucina da campo e con una squadra genieri che realizzò prontamente un pista di atterraggio elicotteri. Due cose che risolsero i maggiori problemi: i feriti più gravi venivano trasportati via aerea agli ospedali napoletani, il mangiare per i superstiti e per le persone delle nostre squadre non fu più un problema.
Dopo un settimana il nostro compito di pronto intervento era pressoché esaurito e riprendemmo la via di casa, attraversando decine di paesi distrutti, ma in cui si vedeva finalmente un accenno di organizzazione nei soccorsi, che fu invero giudicata, a posteriori, poco tempestiva e molto disorganizzata.
Tutte le volte che vado al Sud, nelle terre di origine della mia famiglia, mi viene voglia di tornare a Calabritto per vedere come è stata ricostruita, ma il ricordo di quei brutti momenti, di quei morti, delle persone coperte di calce e di sangue, mi fa sempre desistere e non vado......chissà mai se un giorno troverò il coraggio.

francesco colucci