domenica 11 settembre 2016

Lettera al Vescovo di Lucca.

Reverendo Monsignore Castellani, Vescovo di Lucca,
Le scrivo per manifestare la contrarietà di molti e mia che per la seconda volta gruppi organizzati di Musulmani, ospiti temporanei della nostra città, partecipino, in forma organizzata, alla millenaria processione del Volto Santo.
Rassicuro subito che questo rilievo non ha volgari sfondi razziali, sia perché sono ben esente da tali atroci pregiudizi che per il fatto che il nostro Sacro Volto Santo ha chiaramente colori in linea con i tratti somatici medio-orientali, come lo era nostro Signore Gesù Cristo.
Non vedo neppure scandaloso che Musulmani, Ebrei, Buddisti ed altri, che ne sentano il bisogno, partecipino alla Processione, fra i tanti fedeli Cristiani.
Umilmente Le rimprovero la forma "organizzata", poco volontaria, a schiere serrate, di Musulmani "indifferenti"  (eufemismo) al Volto Santo, che partecipano non avendo altro da fare, per una "botta di vita".
Quando vi fu anni fa lo sbarco di decine di migliaia di poveri Albanesi che fuggivano dalle miserie del comunismo, di fede cattolica o musulmana, mai fu fatto un atto del genere.
E' inaccettabile l'ostentazione, oserei direi la "violenza" che la Curia Lucchese, mostra con questo atto di esibizione forzata, per riaffermare sue teorie sull'accoglienza, senza se e senza ma, in contrasto con le leggi e i principi della nostra Europa e soprattutto il buon senso: chi a diritto all'ospitalità (guerre e carestie) sarà accolto con l'Asilo, chi no, dovrà essere rimpatriato.
Le dico questo da Laico convinto, Libera Chiesa in Libero Stato, che crede in Dio e nel Cristianesimo, ma assai meno in tutti gli orpelli ecclesiali che lo circondano nonché nei preti che "vogliono fare politica".
Gentile Vescovo, sa che la stimo per la sua attività pastorale e la sua vita ecclesiale: l'anno passato ha voluto dare un segnale vigoroso. Bene lo ha fatto: eviti quest'anno di ripeterlo. Oggi pensiamo ai nostri terremotati.
Lasci che il popolo lucchese viva in serenità le sue millenarie tradizioni religiose, senza infarcirle con controverse questioni di attualità politica, mischiando, come si dice, il Sacro con il profano.

suo

francesco colucci


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