Una riflessione sul Desco: non tanto per il recente
biglietto, che forse poteva essere ammorbidito con un “ingresso-buono sconto”
sugli acquisti, quanto per l’involuzione che ha avuto in questi ultimi anni,
dopo la decapitazione delle APT e il dimezzamento dei bilanci della Camera di
Commercio, rimasta l’unica, con lode, a sostenerlo. Vent’anni fa, sulla base
delle esperienze fatte come Direttore APT di Abetone, Pistoia e Lucca, nelle
Fiere di mezzo mondo, tutte generaliste, tutte uguali, pensai una Fiera diversa
dalle altre: una “Fiera della Lucchesità. Un evento che mettesse in mostra solo
prodotti del nostro territorio, Artigianato, Agricoltura, PMI, Enogastronomia, “Christmas
gifts, poteva divenire anche una attrazione turistica per i week end invernali.
Una idea diversa, ma uguale nelle finalità, ai numerosi Mercatini di Natale
delle maggiori città europee. Il Desco era la punta di diamante di una serie di
eventi dell’arte, della musica, del folclore, dello sport, raggruppati in unico
contenitore “L’Olio e i Tesori di Lucca” fulcro della promozione turistica per
la bassa stagione. La Camera di Commercio ha il merito di aver salvato il possibile
grazie ad uno staff di valore, ma se non vogliamo che il Desco diventi solo una
bottega alimentare o peggio chiuda, dobbiamo tornare alle origini: un Desco che
sia uno degli eventi, di una complessiva manovra di promozione turistica per la
bassa stagione. L’Assessore Ragghianti, mi sembra fortemente determinato ad
intervenire sugli eventi invernali: questo funzionava, ripartiamo da qui, per
migliorarlo, cambiarlo, accrescerlo. Ricercare un turismo soft per i week end
invernali, in concorrenza ai vari Mercatini di Natale, è una occasione da non
perdere.
Francesco colucci