lunedì 13 maggio 2019

Alla riscoperta di una nostra antica e storica Via d'Acqua.



Facciamo rivivere la storica via fluviale fra Lucca Pisa e Livorno come percorso per trekking per un turismo slow alla riscoperta delle eccellenza del nostro passato.
Un percorso da favola che è storia vissuta per secoli dalle nostre genti
Il Porto lucchese situato in prossimità delle Mura di Lucca, davanti Porta S. Pietro e chiamato nei secoli: Porto della Formica, Porto Fiumicello, Porto dei Navicelli, si collegava a Pisa e Livorno, partendo dal Rio Formica per proseguire attraverso: Ozzori, Rogio, Canale dei Navicelli, lungo il lago di Sesto fino a  Vicopisano dove sottopassava l’Arno, per continuare come Canale Imperiale fino al mare.
Questo storico collegamento con Pisa e Livorno non riguardava solo Lucca, ma attraverso il Lago di Sesto, anche  i paesi del Compitese, con il loro Porto, la piana Capannorese, Porcari e Altopascio che aveva allora un grande porto sotto la Torre della Smarrita, che chi ha la mia età ha visto prima che fosse ricoperto.
Una famosa e essenziale via di acqua, navigabile fin da tempi antichissimi, di origine quasi certamente Romana se non Etrusca, rimasta in funzione fino a fine ottocento.
L'esistenza di questa via d’acqua che partendo da Lucca arrivava nei secoli, prima al Porto Pisano e poi al Porto di Livorno attraverso i fossi della Venezia, è documentata dal sec. VIII, ed è stata di importanza strategica per creare la ricchezza commerciale della città di Lucca.  
Attraverso questa via d’acqua si esportavano in tutta Europa i prodotti lucchesi, sete, olio e si importavano alimenti e il sale in un interscambio continuo.
Per l’olio lucchese esistono ancora nella Venezia Livornese i bottini dell’Olio, che danno nome ora ad una grande piazza: cisterne sotterranee dove veniva stivato l’olio in attesa di partire per le Americhe e i paesi Europei.
E’ anche documentato che per la costruzione dell’ultimo tratto delle Mura lucchesi, il trasporto di pietre, terra e materiale di costruzione  avveniva dalle cave di Guamo per l’ultimo tratto di questa via fluviale.
L'importanza di questa via d’acqua cominciò a decadere con l’arrivo della ferrovia e la stazione di Lucca, guarda caso, fu costruita accanto al Porto, con una visione moderna di accesso unico alla città, di persone e cose.  
Fino agli anni ‘50 sul fosso della Formica hanno continuato a transitare i barchini, condotti dai contadini che coltivavano vicino al Rio e che andavano a vendere gli ortaggi al mercato delle erbe in Piazza Anfiteatro.
Oggi il Porto non è più visibile perché è stato riempito all’inizio del ‘900,  anche il correre delle acque del Rio Formica a San Concordio è stato coperto per allargare la omonima strada.
Dal territorio di Capannori fino al Mare questa via d’ acqua è tutt’ora  esistente seguendo il Rogio e il Canale dei Navicelli con due possibilità da Vico Pisano: con l’Arno attraversando Pisa o con il Canale Imperiale attraversando Livorno.
Vie d’acqua i cui argini possono essere adattai in un percorso per trekking a piedi, in bici e a cavallo, come in parte già realizzato sulla sponda destra dell’Arno.
Far rivivere questa storica via d’acqua fra Lucca e il Mare con un nuovo percorso trekking che esalti l’ubertosa natura delle nostre campagne incoraggiando lo sport e lo svago all’aria aperta, a piedi, in bici e a cavallo è una meta possibile da realizzare.
Una occasione da non perdere anche per un turismo eco-compatibile.

F. Colucci





  

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