domenica 5 maggio 2019

Radio Radicale ma non solo...


Credo sia riduttivo e politicamente sbagliato fare della difesa di Radio Radicale, legittima certamente, una battaglia politica fine a se stessa
Il problema vero è la difesa del diritto all’informazione pluralistica e la salvaguardia dei principi Costituzionali sanciti dagli art. 3 e 9 della Costituzione Italiana, e capire come una democrazia liberale come la nostra possa difendersi da forse populiste che fondano  le loro fortune elettorali e la conquista del potere sulla falsa informazione secondo l’assioma Staliniano che ripetere menzogne più volte serve a costruire una verità virtuale di comodo, da dare in pasto alla pancia del popolo.
 La guerra che questo governo di grillini e salviniani fa ai contributi pubblici all’editoria e quindi anche a Radio Radicale è coerente con il disegno iniziale: mettere a tacere ogni forma di libera informazione, di pluralismo, di cultura per dare fondamento ad un regime fondato solo su verità fasulle, urlate nelle piazze e nei social per addomesticare “il gregge” e condurlo nella loro stalla.
La battaglia da fare è, a mio parere, molto più ampia: vanno chiamate a raccolta tutte le forze politiche che credono nella democrazia rappresentativa, le forze sindacali, sociali, il mondo della cultura perché non sottovalutino il problema del pluralismo dell’informazione e della illiberale diffusione di notizie false a fini di parte cosi come quotidianamente avviene ora sui social.
Non abbiamo paura a dire che il problema è l’uso fraudolento dei Social: continuare a far diffondere impunemente non opinioni, sempre legittime, ma notizie chiaramente false costruite ad arte per plagiare le coscienze meno informate è un reato e deve essere perseguito.
La guerra che il governo giallo-verde ha messo in piedi per ostacolare la legittima informazione pluralistica di cui Radio Radicale costituisce un esempio virtuoso è coerente con la loro impostazione totalitaria sull’informazione: la loro aspirazione segreta è un nuovo MinCulPop e le “veline” di mussoliniana memora.
Il disegno è chiaro: consentire a gruppi privati nazionali e internazionali specializzati in nuove tecnologie, di manipolare l’informazione e quindi le coscienze delle persone attraverso i social, uccidere la libera informazione tradizionale attraverso la leva economica, condizionare il dibattito democratico esaltando le menzogne degli “urlatori” di piazza che poi trovano sul web la loro fraudolenta esaltazione.
Oggi è in gioco non solo Radio Radicale sono in gioco i fondamenti di uno Stato democratico e pluralista.

F. Colucci



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