Credo sia riduttivo e politicamente
sbagliato fare della difesa di Radio Radicale, legittima certamente, una
battaglia politica fine a se stessa
Il problema vero è la difesa del
diritto all’informazione pluralistica e la salvaguardia dei principi Costituzionali
sanciti dagli art. 3 e 9 della Costituzione Italiana, e capire come una
democrazia liberale come la nostra possa difendersi da forse populiste che
fondano le loro fortune elettorali e la
conquista del potere sulla falsa informazione secondo l’assioma Staliniano che
ripetere menzogne più volte serve a costruire una verità virtuale di comodo, da
dare in pasto alla pancia del popolo.
La guerra che questo governo di grillini e
salviniani fa ai contributi pubblici all’editoria e quindi anche a Radio
Radicale è coerente con il disegno iniziale: mettere a tacere ogni forma di
libera informazione, di pluralismo, di cultura per dare fondamento ad un regime
fondato solo su verità fasulle, urlate nelle piazze e nei social per
addomesticare “il gregge” e condurlo nella loro stalla.
La battaglia da fare è, a mio parere,
molto più ampia: vanno chiamate a raccolta tutte le forze politiche che credono
nella democrazia rappresentativa, le forze sindacali, sociali, il mondo della
cultura perché non sottovalutino il problema del pluralismo dell’informazione e
della illiberale diffusione di notizie false a fini di parte cosi come
quotidianamente avviene ora sui social.
Non abbiamo paura a dire che il
problema è l’uso fraudolento dei Social: continuare a far diffondere
impunemente non opinioni, sempre legittime, ma notizie chiaramente false
costruite ad arte per plagiare le coscienze meno informate è un reato e deve
essere perseguito.
La guerra che il governo giallo-verde
ha messo in piedi per ostacolare la legittima informazione pluralistica di cui
Radio Radicale costituisce un esempio virtuoso è coerente con la loro
impostazione totalitaria sull’informazione: la loro aspirazione segreta è un
nuovo MinCulPop e le “veline” di mussoliniana memora.
Il disegno è chiaro: consentire a
gruppi privati nazionali
e internazionali specializzati in nuove tecnologie, di manipolare
l’informazione e quindi le coscienze delle persone attraverso i social,
uccidere la libera informazione tradizionale attraverso la leva economica,
condizionare il dibattito democratico esaltando le menzogne degli “urlatori” di
piazza che poi trovano sul web la loro fraudolenta esaltazione.
Oggi è in gioco non solo Radio
Radicale sono in gioco i fondamenti di uno Stato democratico e pluralista.
F. Colucci
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