mercoledì 20 maggio 2020

Un Leader e tanti quaquaraqà


Ho riascoltato più volte l’intervento al Senato di Matteo Renzi che mi ha riportato alla mia gioventù, ad alcuni epici interventi di Piero Nenni e più tardi di Bettino Craxi. Due Leader, su cui si possono dare giudizi contrastanti, ma a quali vanno riconosciute le splendide intuizioni politiche, l’alto senso dello Stato, il metterci sempre la faccia in un Paese, spesso confuso fra testa e cuore, dove fino al 25 luglio tutti erano fascisti e dal 26 tutti antifascisti.
Ho risentito riecheggiare dopo tanti anni in Senato un intervento di alta politica, come quelli della prima repubblica, in cui si dicevano le cose più dure e pregnanti con raffinatezza, grande educazione, senza urla e minacce.
Ho udito annichilire un incapace quaquaraquà ricordando le sue invettive giustizialiste, moderno Giano, una faccia per dire “…se c'è un sospetto, anche chi è pulito deve dimettersi…”  e l’altra per autoassolversi non da sospetti ma da accuse circostanziate, senza sentire il bisogno di dimettersi.
Ho udito apprezzare e condividere la massima parte della Mozione di Emma Bonino e considerare valide alcune accuse della Mozione del Centro-destra, ma di non poterle votare perché in questa drammatica situazione non è possibile provocare una crisi di Governo al buio, come evocato da PD e Grillini. Emerge chiaro che Italia Viva avrebbe votato la Mozione Bonino ma non al prezzo di un danno a milioni di Italiani che stanno vivendo momenti drammatici:
Bonafede è da cacciare ma la responsabilità verso questo Paese conta di più.
Ho udito porre in maniera chiara il Presidente del Consiglio di fronte alle sue responsabilità Istituzionali e politiche nel momento in cui annuncia le dimissioni del Governo se Bonafede dovesse venire sfiduciato con i voti di un Partito di Maggioranza. Ponendo l’interesse del singolo “amico” avanti a quella dell’Italia.
Ho udito affermare che la Ragione di Stato e dell’interesse dell’Italia  vanno avanti alle facili vendette personali e politiche verso i Cinque Stelle, una accozzaglia di mestatori nascosti dietro la bandiera della falsa purezza.
Ho udito porre l’agenda delle cose urgenti da fare per non far morire l’Italia della Pandemia Economica, rimandando a queste scelte essenziali la vita del Governo.
Tutti gli obiettivi ricercati da un Leader avveduto come Matteo Renzi sono stati raggiunti: Aver dimostrato che Italia Viva è un partito responsabile che antepone l’interesse del Paese alle facili vendette, che i Grillini sono inaffidabili e che Bonafede d’ora in avanti avrà difficoltà a guardarsi nello specchio ed infine che il ruolo di Italia Viva è determinante e indispensabile per la vita questo Governo che dovrà sempre più essere attento alle impostazioni di sviluppo e di rilancio del Paese, seguendo sempre più uno con le idee chiare: Matteo Renzi.
Francesco Colucci, Riformisti a sostegno di Italia Viva



domenica 17 maggio 2020

Chiamiamo Matteo Renzi al D-Day Italiano


C’è un grande subdolo nemico che ci sta facendo morire: la folle burocrazia Italiana.
I Riformisti si rivolgono a Matteo Renzi, per le capacità dimostrate, chiamandolo alla grande battaglia della vita, per la sopravvivenza dell’Italia dalla Pandemia sanitaria e da quella economica, possibile solo con la distruzione della asfissiante burocrazia.
Occorre battere vecchie teorie dirigiste e stataliste, di destra e di sinistra e quelle nuove dei Grillini. Dove l’incompetenza è seconda solo all’incapacità.  
Dobbiamo riaffermare due principi ispiratori della democrazia Italiana: La Mission dello Stato e le Libertà personali.
Lo Stato deve riportare al centro di ogni intervento: il cittadino, il lavoratore, le sue necessità, le sue aspettative. Basta con uno Stato autoreferenziale, padrone e carceriere.
Un Paese della libertà, della fiducia, della solidarietà, basato sull’assioma delle grandi democrazie: E’ lecito tutto ciò che non sia espressamente proibito dalla legge. L’esatto contrario dell’aberrante concetto che un comportamento, per essere lecito, deve essere previsto da una norma.
Tutti dicono a parole di voler sconfiggere la burocrazia, ma sono in molti, politici e dirigenti, a propugnare lunghi passaggi cartacei, permessi e bollature, controlli e multe per mantenere il potere dello Stato e della Casta, sui singoli cittadini.
Sono coloro che vogliono uno Stato autoritario e non autorevole.
I giustizialisti, che partono dal principio che tutti sono disonesti e che lo Stato deve controllare, guidare, punire e per farlo deve imporre norme e pandette complicatissime, dove aleggi sempre lo spettro della colpa e della punizione.
Fra questi troviamo una parte dei Grillini Travaglini e dei PD, vetero-comunisti, ma anche parte dei seguaci di Salvini e Meloni, in un abbraccio che fa del carcere, buio e salvifico, il punto di amorevole incontro dei propugnatori di una gestione autoritaria dello Stato, di destra o di sinistra che sia.
Per questo l’unica speranza per gli Italiani per battere questo Stato burocratico e statalista è in  Matteo Renzi, liberale e progressista, uomo controverso, ma capace e autorevole, come dimostrato in anni di buon governo e di battaglie per le libertà, mettendoci la faccia.
Gli chiediamo di scendere in campo, in questo che sarà il vero D-Day Italiano e guidare la nuova Liberazione dell’Italia, dalla mortale oppressione burocratica.

Francesco Colucci, Riformisti Toscani per Italia Viva.