martedì 1 marzo 2022

Il Carbone e Oskar Lafontaine

La probabile riapertura delle centrali elettriche a carbone per la crisi energetica legata alla odiosa guerra di Putin mi fa tornare alla memoria il mio incontro con le miniere di carbone.

In occasione del Congresso Nazionale del PSI a Verona, a metà degli anni Ottanta, avevo conosciuto dei membri della delegazione socialdemocratica tedesca e con uno in particolare avevo mantenuto i rapporti per una serie di curiose combinazione. 

Aveva una moglie italiana funzionaria del Consolato Italiano a Saarbrücken e, soprattutto, una casa per vacanze in Italia, a Pieve di Compito a quattro passi da casa.

Anni dopo, andando nuovamente a trovarli nel corso di un loro soggiorno capannorese, mi presentarono Oscar Lafontaine, allora Presidente socialista del Land della Saar, che era loro ospite e a cui dedicai invero, molte attenzioni

Nelle sere che trascorremmo facendo bisboccia nell’aia della casa colonica validamente ristrutturata sul margine dell’ex lago di Sestum, ponemmo le premesse di una serie di iniziative da poter fare a Saarbrücken, assieme

Impostammo così, con la Regione Toscana, una settimana di iniziative culturali e di promozione: turistica e agroalimentare.

Una eccezionale Mostra dei Tesori degli Etruschi, svuotando i forzieri della Soprintendenza Archeologica Toscana, portando centinaia di favolosi gioielli etruschi al Museo di Saarbrücken e una Fiera Mercato del Turismo, con tutti i 33 enti turistici che allora esistevano in Toscana.

La Mostra ebbe centinaia di migliaia di visitatori tedeschi e francesi e l’anno successivo fu esportata in Svezia, con uguale successo, per l’insistenza del loro Re.

In occasione della inaugurazione Oskar Lafontaine volle far visitare al Presidente della Toscana, Bartolini le famose miniere di carbone allora in piena attività.

Bardati come astronauti, con elmetto illuminato, siamo scesi, su un traballante montacarichi di legno, ad oltre novecento metri sottoterra.

Nelle enormi caverne decine di operai estraevano il carbone con una grande macchina che affettava le pareti della grotta e il materiale raccolto veniva portato via con un piccolo treno su rotaie, in minuscoli vagoncini.

Terrificante fu quando ci vollero portare con questo mini-treno ad un'altra miniera vicina, rannicchiati ognuno in un vagoncino chiuso, con un finestrino da cui si vedevano solo le pareti di roccia attaccate ai binari.

Un viaggio allucinante di oltre 25 kilometri, in un mini-galleria, novecento metri sottoterra, che da allora mi ha lasciato una dipendenza claustrofobica importante.

Usciti dalla miniera ci fecero bere un litro di latte per pulire lo stomaco dai residui della polvere di carbone.

Il pensiero va ancora ai tanti operai, quasi tutti stranieri e molti italiani che per tanti anni hanno lavorato e ancora lavorano a quelle profondità.                   

Oskar Lafontaine, successivamente è stato Presidente del SPD, Ministro delle Finanze del Governo Tedesco, Presidente Die Linke, due volte Candidato alla Cancelleria. Ma sempre innamorato di Lucca e della Toscana.