La svolta di Matteo Renzi: un passo indietro dalla Politica ma raddoppio nell’impegno per il Riformismo Liberale, deve far riflettere tutti.
Sono mesi che tutti dicono che il nuovo Partito Liberaldemocratico
non deve essere la somma dei due vecchi, Azione e Italia Viva.
Poi a Roma si tratta nei tavoli riservati, nelle regioni e
nelle province, continuano i dispetti, le ripicche i do ut des, fra i
pretoriani dei due partiti.
Devo dire che Matteo riesce sempre a stupire, non solo me:
ogni sua improvvisa svolta politica spalanca orizzonti e stupisce per la
rapidità e la chiarezza del messaggio che lancia.
L’aver accettato di dirigere un giornale la cui testata e la
sua storia chiama con forza il Riformismo, ci indica ancora una volta la strada
che dobbiamo percorrere per far crescere e organizzare il riformismo democratico
contro gli opposti populismi.
Dobbiamo prima far crescere la voglia di Riformismo, la cultura
liberaldemocratica, la consapevolezza che con due schieramenti bloccati a
destra e sinistra da vuote parole d’ordine, annosi tabù e totem a cui
continuare a inchinarsi sulla pelle del paese, non porta da nessuna parte.
Ampliare, allargare, far crescere prima culturalmente e solo poi
organizzativamente un nuovo pensiero riformista e liberale è il compito che
Carlo e Matteo si sono dati.
Il colpo d’ala di Renzi ha risolto uno dei grandi dubbi che
avevamo sulla coesistenza di due personalità e intelligenze così forti nello
stesso ruolo di leader.
A uno la crescita culturale dell’idea Riformista all’altro la
costruzione e la gestione del nuovo Partito.
Ora sono i quadri intermedi dei due partiti che devono
aggiornarsi al nuovo Vangelo di Matteo, capire che, con i votanti ormai cronici
sotto il 50% nelle elezioni regionali e locali, non c’è trippa per gatti, fra
le percentuali storiche della destra-destra e della sinistra-sinistra.
Occorre guardare alla società civile che non vota più perché lo
ritiene inutile o non significativo. Occorre
guardare fuori dai recinti dei partiti, del déjà-vu
I vecchi partiti novecenteschi non esistono più da decenni,
rifarli è impossibile, solo idee nuove e non rituali possono risolvere il
problema di una società civile che non riconosce più nei partiti il tramite con
le Istituzioni.
Il Rinascimento socialista di Mitterand e quello recente di
Macron sono nati da grandi idee e piccoli gruppi organizzati: solo dopo il
successo culturale ed elettorale quelle idee sono diventate un grande partito.
Credo che Matteo ci voglia indicare questa strada.
A Lucca, nel nostro piccolo, in pochi, abbiamo messo su un
Blog pensatoio-culturale: Think Tank Reformists per discutere di tutto,
soprattutto per cercare di liberare energie culturali oppresse da manierismi e
ipocrisie storiche.
Iniziamo venerdì 21 cercando di discutere a 360° del 25
aprile e della necessità di una sua storicizzazione. Vi aspettiamo.
Il Programma è pubblicato sul Blog di Think Tank Reformists: https://riformistitoscani.blogspot.com/
Francesco Colucci, per TTR