domenica 21 febbraio 2010

SPOON RIVER

Per godermi in pace la vittoria della Juve, dopo aver goduto ieri sera la faccia di Mou, mi sono chiuso nello studio a rileggere i libri della mia gioventù, non avendo voglia di lavorare anche di domenica.
Sfogliando le candide rime di Egdar Lee Masters, che immagina di sentire i defunti suoi concittadini, sepolti
sulla collina vicino a Spoon River, recitare il proprio epitaffio tombale, ho ritrovato questa:
Il Giudice distrettuale:
Notate, viandanti, le profonde erosioni
che il vento e la pioggia mi hanno impresso sulla lapide-
come se una Nemesi o un odio intangibili
mi segnassero contro dei punti,
per distruggere, non per salvare, la mia memoria.
Ero in vita il Giudice distrettuale, uno che incideva tacche,
decidendo i casi sui punti, che gli avvocati segnavano,
e non sulla giustizia del fatto.
O vento, o pioggia, lasciate in pace la mia lapide!
Perché peggio dell'ira di chi ha subito il torto,
peggio delle maledizioni dei poveri,
fu il giacermene senza parola, e vedere ben chiaro
che anche Hod Putt l'assassino,
impiccato per mia sentenza,
era, in confronto a me, un innocente.

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