Vedi
Aldo, siamo molto differenti, ma ci assomigliamo in alcune cose: siamo
passionali nelle cose che facciamo e nulla ci importa di cosa pensa il
benpensante su cosa diciamo e facciamo.
A 75 anni solo tu e qualche altro può
pensare che faccia battaglie per qualche
obiettivo personale.
Mi batto e mi batterò finché avrò fiato o finché non mi
metteranno in un ospizio, per le miei idee, i miei ideali, la società civile
che vorrei lasciare alle mie figlie e a mio nipote. A Lucca e in Toscana ho amministrato
pressoché tutto il possibile, per oltre 20 anni. Come dirigente pubblico
vincitore di concorso nazionale, ho lavorato in tanti uffici dello Stato e
della Regione. Con i lavori che ho gestito nel privato, ho fatto fin qui 17
lavori diversi.
Sono
un irrequieto come te e come te hai fatto con successo, ora sto per pubblicare
un libro, se Dio mi darà vita.
Sono
cresciuto nella prima repubblica ove, al di là degli errori di una classe
politica che si riteneva al di sopra di tutto, la battaglia era sulle idee,
sulle ideologie, sui programmi che erano nettamente e visibilmente diversi.
Nella
mia lettera che hai cortesemente pubblicato ho spiegato che dopo una vita
intrecciata nel bene e nel male con l’idea socialista riformista non potevo, in
vecchiaia, cambiare sponda.
Quando il
partito socialista è stato “gasato”, mai mi sono mai iscritto ad un altro
Partito, ho scelto di impegnarmi in movimenti civici, nell’ambito del
centro-sinistra, ma sempre da anticomunista convinto come sono.
Credo nelle
scelte politiche moderate ma di sinistra, perché il lavoro e la giustizia
sociale devono essere al centro di ogni società civile o come dicevamo allora: ci
battiamo per il Merito e il Bisogno.
Per
chiudere la litania degli orfani della vittoria negata a Lucca, ti posso
assicurare che Vittorio Sgarbi nel darci l’utilizzo del suo simbolo elettorale
per il Comune, ha sempre detto che in caso di ballottaggio avremmo votato
Tambellini. Altri hanno fatto delle moine.
In queste elezioni politiche Sgarbi
ha cercato di farci correre da soli, poi ha dovuto cambiare idea di fronte alle
difficoltà oggettive di una legge elettorale che uccide chi non si apparenta.
Lui ha scelto il Berlusca io la Bonino.
Con
Vittorio siamo ancora amici e ci potremmo, spero, anche ritrovare, in questa
assurda e sgangherata seconda repubblica, dove nulla è mai definitivo.
L’ipotesi
di un “serrate al centro”, dopo, non è certo fantapolitica.
Ciao,
francesco colucci
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