mercoledì 17 marzo 2021

Alcuni miei ricordi con Mauro Favilla.

Iniziai a frequentare Mauro Favilla, che conoscevo già, nel 1975, quando fui eletto per la prima volta in Consiglio Comunale dove Mauro era stato confermato Sindaco.

La prima riunione del Consiglio fu traumatica, noi Socialisti eravamo la vera opposizione perché vi era ancora, seppur attenuato, il compromesso storico, strisciante, fra DC e PCI e i miei interventi furibondi portarono Favilla a chiedere ai Vigili Urbani in servizio di espellermi dall’aula.

Questo l’inizio di oltre sette anni di battaglie feroci in Consiglio Comunale, ma erano battaglie di principio, ideologiche, di programma, mai di odio personale, come era uso nella prima Repubblica.

Finito il Consiglio, spesso alle 3 di notte, andavamo insieme, con Mauro, dal Penny aperto fino alle 4, a mangiare qualcosa, che per lui, che aveva uno stomaco di ferro, voleva dire un piatto enorme di tordelli.

Le discussioni al Penny del dopo Consiglio sono quelle che hanno cementato negli anni la nostra amicizia.

Sconfitto il compromesso storico, persa la DC la maggioranza assoluta, a metà degli anni ’80 facciamo con lui Sindaco il primo centro-sinistra e mi devo improvvisare da acceso Capogruppo di opposizione in quello di sostenitore della nuova Giunta Favilla.

Terminata l’esperienza comune in Consiglio, prendiamo strade diverse, lui in Parlamento io in Regione e attraversiamo, con alterne fortune, il tragico periodo di “tangentopoli” dove una pattuglia di Procuratori politicizzati mischiò il grano con loglio, per uccidere la prima Repubblica.

Ritrovo politicamente Favilla nel 2007, quando di fronte al pericolo di un Sindaco post-comunista, sotto la guida di Piero Angelini, con Bulckaen e molti altri, fondiamo Governare Lucca, che candiderà Mauro a Sindaco.

Governare Lucca prese il 10% e Favilla fu eletto nuovamente Sindaco con i voti del centro-destra.

Durò poco perché vi fu una frattura in Governare Lucca per una contrapposizione fra i due DC più importanti Angelini e Favilla, che portò ad una drammatica spaccatura e alla fine di una amicizia di decenni.

L’ultimo tentativo di riappacificazione si tenne nel giardino di casa mia, davanti ad una tavola imbandita in fretta e furia, che si concluse con una stretta di mano a tre.

L’accordo durò lo spazio di una notte e la rottura fu inevitabile.

Sono riuscito nel difficile compito di rimanere amico di Piero ma anche sostenitore di Mauro, che accompagnai come Presidente dell’Opera delle Mura fino in fondo al suo mandato e anche nella campagna elettorale successiva, che fu un disastro.

La sua candidatura a Sindaco, come la mia lista civica a suo sostegno presero una sonora trombata.

Abbiamo continuato a vederci in questi anni, a volte, a casa sua, spesso lungo gli archi del Nottolini, dove io coltivo l’orto e lui veniva a sciogliere la sua canina, per giocare con il mio Bracco.

Lunghe discussioni politiche, con lui che mi spronava ad impegnarmi nuovamente per riportare a Lucca un Sindaco di “centro” più sensibile e attivo verso i problemi della città.

L’ultima volta che l’ho visto, poche settimane fa, sul Nottolini, nel salutarmi mi ha detto: “appena finisce questa Pandemia, faccio una riunione con tutti i vecchi amici per le prossime elezioni del 2022, vedi di non mancare”.

In poche settimane sono scomparsi due amici, validi attori della politica lucchese, Vincenzo Placido e Mauro: è una generazione di politici arrivata al naturale capolinea….forse le prossime riunioni le faremo sulle bianche nuvole, nel cielo di questa amata Lucca

Francesco Colucci



 

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