Iniziai a frequentare Mauro Favilla, che conoscevo già, nel 1975, quando fui eletto per la prima volta in Consiglio Comunale dove Mauro era stato confermato Sindaco.
La prima riunione del Consiglio fu traumatica, noi Socialisti
eravamo la vera opposizione perché vi era ancora, seppur attenuato, il
compromesso storico, strisciante, fra DC e PCI e i miei interventi furibondi
portarono Favilla a chiedere ai Vigili Urbani in servizio di espellermi dall’aula.
Questo l’inizio di oltre sette anni di battaglie feroci in
Consiglio Comunale, ma erano battaglie di principio, ideologiche, di programma,
mai di odio personale, come era uso nella prima Repubblica.
Finito il Consiglio, spesso alle 3 di notte, andavamo
insieme, con Mauro, dal Penny aperto fino alle 4, a mangiare qualcosa, che per
lui, che aveva uno stomaco di ferro, voleva dire un piatto enorme di tordelli.
Le discussioni al Penny del dopo Consiglio sono quelle che
hanno cementato negli anni la nostra amicizia.
Sconfitto il compromesso storico, persa la DC la maggioranza
assoluta, a metà degli anni ’80 facciamo con lui Sindaco il primo
centro-sinistra e mi devo improvvisare da acceso Capogruppo di opposizione in
quello di sostenitore della nuova Giunta Favilla.
Terminata l’esperienza comune in Consiglio, prendiamo strade
diverse, lui in Parlamento io in Regione e attraversiamo, con alterne fortune,
il tragico periodo di “tangentopoli” dove una pattuglia di Procuratori
politicizzati mischiò il grano con loglio, per uccidere la prima Repubblica.
Ritrovo politicamente Favilla nel 2007, quando di fronte al
pericolo di un Sindaco post-comunista, sotto la guida di Piero Angelini, con
Bulckaen e molti altri, fondiamo Governare Lucca, che candiderà Mauro a
Sindaco.
Governare Lucca prese il 10% e Favilla fu eletto nuovamente
Sindaco con i voti del centro-destra.
Durò poco perché vi fu una frattura in Governare Lucca per
una contrapposizione fra i due DC più importanti Angelini e Favilla, che portò
ad una drammatica spaccatura e alla fine di una amicizia di decenni.
L’ultimo tentativo di riappacificazione si tenne nel giardino
di casa mia, davanti ad una tavola imbandita in fretta e furia, che si concluse
con una stretta di mano a tre.
L’accordo durò lo spazio di una notte e la rottura fu
inevitabile.
Sono riuscito nel difficile compito di rimanere amico di
Piero ma anche sostenitore di Mauro, che accompagnai come Presidente dell’Opera
delle Mura fino in fondo al suo mandato e anche nella campagna elettorale
successiva, che fu un disastro.
La sua candidatura a Sindaco, come la mia lista civica a suo
sostegno presero una sonora trombata.
Abbiamo continuato a vederci in questi anni, a volte, a casa
sua, spesso lungo gli archi del Nottolini, dove io coltivo l’orto e lui veniva
a sciogliere la sua canina, per giocare con il mio Bracco.
Lunghe discussioni politiche, con lui che mi spronava ad
impegnarmi nuovamente per riportare a Lucca un Sindaco di “centro” più
sensibile e attivo verso i problemi della città.
L’ultima volta che l’ho visto, poche settimane fa, sul
Nottolini, nel salutarmi mi ha detto: “appena finisce questa Pandemia, faccio
una riunione con tutti i vecchi amici per le prossime elezioni del 2022, vedi
di non mancare”.
In poche settimane sono scomparsi due amici, validi attori della politica lucchese, Vincenzo Placido e Mauro: è una generazione di politici arrivata al naturale capolinea….forse le prossime riunioni le faremo sulle bianche nuvole, nel cielo di questa amata Lucca
Francesco Colucci
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