E’ doveroso riconoscere a Silvio Berlusconi, doti di genialità nell’Impresa e nella Politica, condita con debolezze umane che gli hanno impedito, fino ad oggi, di essere considerato un valido Statista, un vero uomo di Governo, quale è sempre stato.
Lungamente tartassato da una Magistratura militante
catto-comunista come ogni politico che voglia perseguire in Italia, un progetto
politico Riformista teso erodere nel Paese, il potere politico di una sinistra dogmatica e giustizialista, è caduto più volte e sempre si è rialzato, come un vero politico
di razza.
Nella attuale situazione di grande difficoltà sociale ed
economica, Berlusconi, con le dichiarazioni di questi giorni, ha preso una
posizione di grande valore politico aprendo una nuova via, per una Italia
stretta nella morsa fra un PD grillizzato e una destra facinorosa, populista e
antieuropea.
E’ stato un atto di grande coraggio, nel momento di grande ambascia
per il Paese, di liberarsi dall’abbraccio pseudo vincente della destra populista
unita, per riconoscere le difficoltà di chi Governa oggi, invitando tutti a
stringersi attorno alle Istituzioni democratiche, lasciando al dopo pandemia,
le polemiche politiche.
Propugnando un’unità di intenti per uscire da questa crisi
drammatica, sanitaria ed economica, dando una sua disponibilità a dare una
mano, a rilanciare l’alleanza europea, schierandosi a favore del MES.
Con questa mossa di alta politica, Berlusconi, ha dato sponda
a chi nella Lega vuole tornare ad essere forza responsabile e di governo, sbarazzandosi
di Salvini e della sua politica fallimentare, contro l’Europa e a favore di
populismo Trumpiano e della destra di Le Penn e di Orban.
Ha allargato la base riformista del Governo, ponendo nuovi
paletti contro la deriva grillina e il revanscismo post-comunista del PD.
Si dirà che lo ha fatto per porre la sua candidatura a
Presidente della Repubblica o più prosaicamente per aiutare, more solito, il
suo gruppo economico in difficoltà, ma in Politica, quella vera, si giudicano i
fatti e non le intenzioni.
E i fatti dicono, che Berlusconi ha fatto saltare il tavolo
del centro-destra unito dietro Salvini e la Meloni, relegando quest’ultima al
ruolo che è il suo: una destra europea vera e nostalgica, cercando di tornare
ad essere punto di riferimento della Lega, quella vera dei ceti produttivi del
Nord-Est che vuole e crede nell’Europa.
Adesso sta a Matteo Renzi, che ci auguriamo abbia metabolizzato l’errore fatto con l’abiura del Patto del Nazzareno, saper dimostrare di poter essere l’erede vero del Riformismo Europeo, inventandosi una sponda politica capace di far rendere al massimo questa chance che Berlusconi ha dato a chi crede che possa esistere un forte centro politico in Italia, Liberale e Riformista.
Francesco Colucci, Blogger in Lucca
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